08 dicembre 2017
Essere Napoletano è meraviglioso

Quest’anno la fraternità di San Damiano ha scelto di vivere il ritiro spirituale d’Avvento nei giorni 7 e 8 dicembre immergendosi nella cultura, nella tradizione e nella religiosità della città di Napoli.

 

Giorni intensi vissuti con letizia francescana che hanno permesso di stringere relazioni più fraterne e significative. Di seguito condividiamo il programma, cercando di far percepire la bellezza e la gioia che hanno caratterizzato questi 2 giorni.

 

Giovedì 7 dicembre

 

Nel primo pomeriggio siamo partiti per raggiungere Napoli. Appena giunti nella città un buon caffè e un buon dolce napoletano ci hanno dato di benvenuto. Subito dopo abbiamo visitato:

  • la Basilica di San Pietro ad Aram, all’interno della quale si custodisce, secondo la tradizione, l’altare su cui San Pietro pregò durante la sua venuta a Napoli. Inoltre secondo la leggenda la chiesa è sorta sul luogo dove S. Pietro aveva battezzato Santa Candida e Sant’Aspreno, due popolani  che furono i primi napoletani a convertirsi al Cristianesimo e che divennero a loro volta due Santi poiché dopo i miracoli ricevuti, dedicarono  tutta la loro vita alla religione. Uno degli aspetti più caratteristici di questa Basilica è riferito al culto delle “Pezzentelle” ovvero  al culto delle anime del Purgatorio. Secondo questo tipo di venerazione infatti tra vivi e morti ci sarebbe quasi un patto divino, uno scambio dove i morti chiederebbero ai vivi di intercedere per loro attraverso la recitazione di  preghiere in cambio essi offrirebbero dall’altro mondo protezione e talvolta anche diversi favori tra cui vincite al lotto;
  • il Duomo che ufficialmente è dedicato alla Madonna dell’Assunta, ma popolarmente è intitolato a San Gennaro, patrono di Napoli. All’interno del Duomo abbiamo avuto la possibilità di visitare la cripta sottostante l’altare maggiore dove vengono conservate alcune reliquie di San Gennaro; poi abbiamo visitato la cappella del Tesoro di San Gennaro nella quale è racchiusa in una cassaforte l’ampolla con il sangue di San Gennaro che 3 volte l’anno si assiste alla liquefazione del sangue. Nella cappella sono esposte alcune statue dei 52 compatroni di Napoli e il mezzobusto di San Gennaro; infine ci siamo recati nella cappella di Santa Restituta, all’interno della quale si custodisce il Battistero di San Giovanni in Fonte, il più antico dell’occidente. Qui ci siamo soffermati per rinnovare le nostre promesse battesimali;
  • la via San Gregorio Armeno famosa per i laboratori presepi ali e l’esposizione annuale di presepi;
  • via San Biagio dei Librai, comunemente chiamata “Spaccanapoli”, in quanto divide nettamente, con la sua perfetta linearità, la città antica tra il nord e il sud. Durante il percorso abbiamo potuto osservare una caratteristica di Napoli, ossia in vicoli molto stretti la biancheria stesa ad asciugare su fili attaccati tra due balconi e sospesi tra un palazzo e un altro;
  • la Chiesa di San Domenico Maggiore con annesso complesso conventuale dove vi insegnò San Tommaso d’Aquino.

Siamo poi arrivati al monastero di Santa Chiara dove siamo stati accolti dal guardiano e dal parroco. Ci siamo sistemati nelle stanze e siamo andati a cena dove, tra le tante cose preparate, abbiamo potuto gustare la buona mozzarella di bufala. Dopo cena siamo usciti per un giro nella Napoli by night.

 

Venerdì 8 dicembre

 

La giornata ha avuto inizio con la Concelebrazione Eucaristica nel coro delle clarisse della Basilica di Santa Chiara presieduta dal Ministro Provinciale dei Frati Minori di Napoli M.R.P. Carlo Maria D’Amodio. Nella sua omelia, il Ministro, ha sottolineato il valore dell’essere amati, la centralità della casa come luogo di incontro e relazioni significative.

 

Dopo la celebrazione lo stesso Ministro Provinciale ci ha introdotto, con informazioni storiche, nella suggestiva Basilica di Santa Chiara e del complesso conventuale e museale del chiostro maiolicato.

 

Poi siamo andati a fare colazione, gentilmente preparata da un frate studente. Subito dopo ci siamo preparati e usciti per continuare la visita alla città, visitando:

  • la Chiesa del Gesù Nuovo, dove è custodito il corpo di San Giuseppe Moscati, medico e terziario francescano molto pregato dai napoletani;
  • Castel Nuovo, o Maschio Angioino, che oltre ad essere la residenza del Re Carlo II lo Zoppo, ha un legame con la storia della Chiesa. Infatti il 13 dicembre del 1294 la sala maggiore di Castel Nuovo fu teatro della celebre abdicazione di papa Celestino V dal trono pontificio, e il 24 dicembre successivo, nella stessa sala il collegio dei cardinali elesse pontefice Benedetto Caetani, che assunse il nome di Bonifacio VIII e trasferì immediatamente la sua sede a Roma per sottrarsi alle ingerenze della casata angioina;
  • il Palazzo Reale, edificio storico ubicato in piazza del Plebiscito, residenza storica dei vicerè spagnoli. Al Complesso appartiene il vicino Teatro San Carlo e la biblioteca nazionale;
  • Piazza del Plebiscito e Basilica San Francesco di Paola;
  • Castel dell’Ovo, castello più antico della città di Napoli, ed è uno degli elementi che spiccano maggiormente nel panorama del golfo.  Il suo nome deriva da un'antica leggenda secondo la quale il poeta latino Virgilio - che nel medioevo era considerato anche un mago - nascose nelle segrete dell'edificio un uovo che mantenesse in piedi l'intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli. Dalle terrazze del castello abbiamo potuto ammirare il meraviglioso panorama del golfo;
  • Passeggiando poi sul lungomare ci siamo fermati per gustare una buona pizza napoletana.

Nel pomeriggio siamo saliti verso Posillipo, quartiere residenziale collinare della città. Il suo nome deriva dal greco Pausilypon che letteralmente significa «tregua dal pericolo» o «che fa cessare il dolore», denominazione legata al panorama sul litorale cittadino e sul golfo.

 

Infine abbiamo visitato il convento di San Pasquale a Chiaia, convento dove Fra Vincenzo svolge la sua attività pastorale ogni fine settimana, ammirando la preziosa chiesa alcantarina e pregando Sant’Egidio Maria di San Giuseppe, frate alcantarino vissuto gli ultimi 50 anni della sua vita in questo convento ed elevato agli onori degli altari poco più di 20 anni fa.

 

Dopo una sosta al convento per recuperare un po’ di forze ci siamo diretti verso la stazione centrale di Napoli per far ritorno a Roma.

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